Come ho scritto nel mio precedente post, gli indicatori di allerta sono senz’altro utili ma rappresentano soltanto un elenco di “sintomi”. A questo punto diventa fondamentale analizzare tali sintomi per scoprirne le vere cause e identificare le attività per risolverle — o quantomeno mitigarne gli effetti negativi.
È qui che entra in gioco il processo più importante per la vita dell’azienda: il miglioramento continuo. Di che si tratta? La norma UNI EN ISO 9000:2015 (Sistemi di gestione della qualità — fondamenti e vocabolario) offre la seguente definizione:
“Attività ricorrente mirata ad accrescere la capacità di soddisfare i requisiti”
Se analizziamo questa definizione ne ricaviamo che (1) si tratta di una attività ricorrente, e quindi da ripetersi periodicamente; (2) che deve accrescere, cioè migliorare qualcosa. Nel caso specifico il qualcosa è (3) la capacità di soddisfare i requisiti, vale a dire l’attitudine, l’abilità di saper rispondere ai bisogni del nostro mercato di riferimento — i nostri Clienti. Se questa capacità viene a mancare, o se fosse ridotta a causa di inefficienze (interne o rispetto alla concorrenza), è evidente che l’azienda subirà un detrimento, minando la propria capacità di stare sul mercato e conseguentemente di fare profitti.
Per sintetizzare, dunque, si può affermare che il miglioramento continuo è un processo ricorrente finalizzato a migliorare le performance dell’impresa. Eccessivo? Guardate l’immagine che segue: rappresenta una mappa degli obiettivi dove il riquadro “Fare Profitti (oggi e domani)” è l’obiettivo principale dell’impresa, mentre i tre riquadri sottostanti rappresentano (con buona approssimazione) i fattori critici di successo di qualsiasi impresa del settore “profit”.

La mappa degli obiettivi è il primo passo da fare per dare vita a un processo di miglioramento continuo: come ha detto Seneca “non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.
Dunque, per prima cosa facciamo mente locale su cosa vogliamo ottenere e scriviamo una lista. Rileggendo quanto scritto, e provando a mettere in relazione (di necessità) gli elementi, arriveremo a definire una mappa che rappresenta uno strumento di grande utilità. Infatti può aiutare a:
- Comunicare gli obiettivi
- Stabilire le giuste priorità
- Offrire un quadro d’insieme che aiuta tutti a capire se — e in che misura — il proprio operato contribuisce al “bene comune”
- Focalizzare l’attenzione su cosa è stato fatto e cosa rimane da fare
Perciò vi invito a provare a disegnare la vostra mappa degli obiettivi, prima di proseguire il nostro percorso di miglioramento con la mappa dei problemi.
Per qualsiasi approfondimento, o per saperne di più, contattateci per una consulenza preliminare senza impegno.